Mai Udine ha vissuto anni così drammatici per la sicurezza e il commercio come da quando è sindaco Alberto Felice De Toni. Il passo da Happy Sindic a Tony Scalzo è stato molto breve. La città è diventata un mega centro di accoglienza per minori profughi non accompagnati e clandestini dediti allo spaccio di droga. Il centro storico, dopo l'eliminazione totale di tutti i posti auto, prima in piazza XX Settembre e ora in piazza Garibaldi, vede le attività commerciali soffrire e serrare le saracinesche. Tutto questo in una città, fra le più piovose di Italia, dove a girare allegramente in bicicletta ci sono solo profughi e attivisti dei centri sociali. I consiglieri comunali del centrosinistra si affrettano a prendere le distanze dall'assesssore alla mobilità Ivano Marchiol ma nessuno ha il coraggio di sfuduciare il primo cittadino in balia di un giovane Pr, più attento a denigrare gli esercenti che ad ascoltare le loro istanze. Antonella Eloisa Gatta bussa alle porte dei partiti dell'opposizione ma nessuno si vuole imbarcare chi, ad oggi, fa ancora parte della maggioranza. Intanto, mentre il presidente di Udine Sicura continua a dialogare con l'assessore alle politiche sociali Stefano Gasparin e a vendere le proprie sale cinematografiche, l'ira dei cittadini sale alle stelle. La settimana scorsa la troupe di Massimo Giletti, assieme ad una delegazione del movimento Riprendiamoci l'Italia, ha documentato la drammatica situazione in Borgo Stazione e in via Chisimaio (il servizio andrà in onda presto sulla Rai). Riprendiamoci l'Italia annuncia, dopo la manifestazione in Borgo Stazione e fuori dalla Casa dell'Immacolata, una terza manifestazione popolare (sempre con telecamere) per novembre fuori da uno dei Palazzi del Potere di Udine.