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  • STRUMENTALIZZANO LA TRAGICA MORTE DI TOMINAGA PER NON FARE NULLA DI CONCRETO

    Sono trascorsi molti giorni dalla tragica morte di Shimpei Tominaga a causa di un pugno ricevuto alle 3 del mattino in un locale di Kebab nel centro di Udine. Tominaga non aveva nessuna colpa se non la sfortuna di trovarsi nel momento sbagliato nel posto sbagliato: un dramma enorme per suo figlio e i suoi famigliari. Le forze dell'ordine hanno arrestato i responsabili che attualmente si trovano in galera. Resta da capire cosa ci facesse tutta quella gentaglia in Friuli in piena notte: molto probabilmente un regolamento di conti per traffico di droga. Il centro destra ha più volte attribuito la responsabilità morale della morte di Tominaga al sindaco Alberto Felice De Toni e alla sua maggioranza rea di aver sottovalutato il problema sicurezza. Pochi giorni dopo il sindaco De Toni, assieme al vice sindaco Venanzi, ha incontrato privatamente la vedova e il figlio di Shimpei per porgere le condoglianze. Giovedì 4 luglio, su decisione dell'amministrazione di Udine, spinta dal vicesindaco Alessandro Venanzi, è stata allestita in sala Ajace una stanza del commiato per l'ultimo saluto della città di Udine all'imprenditore morto a seguito dell'aggressione: era presente il sindaco De Toni con il gonfalone, il fratello di Tominaga, la giunta, il Ministro Luca Ciriani, l'assessore regionale Barbara Zilli, il prefetto, il questore e molti consiglieri comunali della maggioranza e dell'opposizione. Un luogo istituzionale altamente simbolico visto che proprio in Sala Ajace si era svolto l'ultimo saluto anche nei confronti dell'ex sindaco di Udine Angelo Candolini. Contemporaneamente Sindaco e Prefetto hanno emanato congiuntamente un'ordinanza proibitiva restrittiva di un mese, per la vendita e la somministrazione di alcol in tutta la città, tranne che nel chiosco del campetto di piazza XX Settembre dell'Apu e in occasione della Cena in Bianco in piazza Primo Maggio. Domani, lunedì 8 luglio si terrà un consiglio comunale straordinario per discutere delle conseguenze di questa tragedia. Oltre ai veri amici di Tominaga, sono saliti sul carro del lutto anche moltissimi politici e amministratori che neppure conoscevano di nome Tominaga fino a strumentalizzarne la sua morte con video, promo musicati, pagine di giornale, chat e loghi creati ad hoc su Facebook (vedi foto). Strumentalizzare la morte di un povero uomo deceduto per un pugno ricevuto da un italiano al punto da arrivare a fare un "corteo nel ricordo di Shampei" (vedi foto) è un gesto inopportuno; ancor più scorretto è annunciare il passaggio del corteo guidato dai soliti noti, sotto il Municipio, per incontrare quel sindaco a cui l'opposizione aveva attribuito pochi giorni prima la responsabilità morale. Ciò che fa venire la pelle d'oca è che, come sempre accade, la stessa classe politica, a cui si attribuiscono le responsabilità di tragedie annunciate, partecipi ai commiati e ai cortei per chiudere giustizia. Per questo noi pregheremo cristianamente per la sua anima ma non parteciperemo allo show del corteo, oltre a continuare a chiedere la chiusura dei centri di accoglienza per minori profughi (una sera questione legata alla sicurezza ma non al brutale omicidio di Tominaga).

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