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ANDREA CIONCI A UDINE IL 10 MARZO ORE 19.00

UN'ECCESSIVA VICINANZA FRA TELEFRIULI E SERGIO EMIDIO BINI?

Le Slapp sono cause legali in cui è palese una grossa sproporzione di potere tra la persona o organizzazione che fa causa e chi viene accusato: il loro obiettivo non è necessariamente vincere il processo, ma comunque intimidire – anche soltanto attraverso i molti oneri ed effetti dello svolgimento di un processo – la persona accusata e scoraggiarne il lavoro, togliendole tempo, soldi e iniziativa. Approfittando anche dello scarso senso comune della presunzione di innocenza, che fa sì che chiunque si trovi sotto accusa venga messo in una posizione di debolezza e rischio. La maggior parte delle volte l’accusa è di diffamazione, ed è rivolta quasi sempre a giornalisti, blogger o attivisti che abbiano scritto o detto in pubblico qualcosa che qualcuno sostiene essere diffamante nei suoi confronti. Le conseguenze possono essere sia penali – quando le Slapp vengono presentate in forma di querele – sia civili, quando viene chiesto un risarcimento per danni. Sia la querela che la causa civile sono piuttosto semplici da presentare: per la prima non ci sono costi iniziali e, volendo, non è nemmeno necessario un avvocato. Quando si parla di Slapp però ci si riferisce quasi sempre a cause intentate da persone o organizzazioni che hanno disponibilità economiche in grado di sostenere agevolmente lunghi processi: è invece assai più dispendioso – in termini di tempo, soldi ed energie mentali – difendersi per un giornalista, blogger o attivista, che in molti casi deve provvedere da solo a pagare un avvocato. Chi presenta le Slapp è generalmente consapevole di questa sproporzione e la sfrutta a suo favore. In Italia vengono spesso chiamate indistintamente “querele temerarie”, con qualche confusione, sia le cause civili che quelle penali: la “querela” però nel linguaggio giuridico si riferisce solo a cause penali. Vengono definite “temerarie” perché sono affrontate malgrado l’incertezza del risultato finale, ma appunto a scopo di risposta o minaccia nei confronti dell’accusato. Dopo aver ricevuto e vinto varie querele, direttamente o indirettamente, da Sergio Emidio Bini e dalla Euro&Promos spa, Il Perbenista ha denunciato per falsa testimonianza l'assessore regionale alle attività produttive e alcuni giorni fa su tutti i mass media del Friuli Venezia Giulia è apparsa la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati. La sola testata che non ha riportato la notizia dei problemi legali di Sergio Emidio Bini è stata Telefriuli che invece ha sempre scritto di ogni più piccola querela per diffamazione contro il giornalista Marco Belviso. Telefriuli è posseduta in gran parte dalla FINDAN SPA (Finanziaria del Gruppo Danieli) e in quota parte da Confindustria Udine. Presidente del cda è Alessandro Brussi, figura di punta della Danieli e nel cda ci sono Federico Sguazzin (Gruppo Danieli) e Annalisa Paravano (vedi foto) vice presidente di Confindustria Udine. Il legale di Sergio Emidio Bini è l'avvocato Maurizio Miculan (che ha preso il posto di Luca Ponti), legale anche di Danieli.

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