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FONTANINI - DE TONI DUE FACCE DELLA STESSA MONETA BUCATA: UDINE IN GINOCCHIO

Pietro Fontanini più volte parlamentare della repubblica, presidente della Provincia e sindaco di Udine; Alberto Felice De Toni, rettore dell'Università di Udine, consulente di Confindustria Udine e di varie importanti start up. Due moderati, centristi, cattolici che per anni hanno lavorato fianco a fianco, ognuno nella sua veste ma sempre in dialogo con i capitani di industria. Nel 2018 Pietro Fontanini viene eletto sindaco di Udine con una promessa ben chiara: riaprire al traffico via Mercatovecchio. Passano solo pochi mesi dalla sua proclamazione quando Fontanini decide di tradire la promessa fatta al suo elettorato e accetta la proposta del comitato FIAB,"l’Associazione dei cittadini di Udine e dintorni che usano abitualmente la bici per gli spostamenti quotidiani e per il tempo libero, ma anche di coloro che la utilizzano solo saltuariamente per una scampagnata con gli amici nel verde!" Fra i promotori del comitato uno sconosciuto Ivano Marchiol, che dopo cinque anni diventa l'assessore alla mobilità della giunta De Toni. Via Mercatovecchio viene chiusa definitivamente al traffico e semipedonalizzata. Poco dopo iniziano a chiudere varie attività commerciali della zona fino alla chiusura definitiva del Contarena, storico bar della città che nè la giunta Fontanini nè la giunta De Toni riescono più a riaprire. Questo fa infuriare i commercianti e i cittadini Udinesi, tanto che nel 2023 De Toni diventa sindaco. Passano pochi mesi e prosegue il progetto di pedonalizzazione iniziato da Fontanini fino ad ampliarsi prevedendo la chiusura oltre che di via Mercatovecchio e piazza XX Settembre anche di piazza Garibaldi. Fontanini nei suoi cinque anni di mandato non riesce a mandare via i profughi da Udine, anzi tiene un ottimo dialogo con la cooperativa Aedis che ben presto si allarga a macchia d'olio. L'arrivo di De Toni, con le sue memorabili visite, senza scarpe, ai centri di preghiera musulmani lo consacrano definitivamente come Tony Scalzo, il sindaco dei profughi e dei migranti, trasformando via Chisimaio in una sorta di penitenziario per minori  stranieri.

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