"Un progetto strategico ed ecosostenibile è l'impianto Biodigestore. Tra alcuni mesi, infatti - disse, durante la campagna elettorale, l'ex sindaco di Udine, Pietro Fontanini - entrerà in funzione il Biodigestore che sarà gestito per 25 anni dalla società BioNet. Questo impianto alimentato dal materiale organico e dai rifiuti verdi produrrà biometano destinato ad alimentare i mezzi per la raccolta dei rifiuti e sarà a disposizione anche dei privati cittadini che possiedono autoveicoli a metano". Tuttavia siamo quasi ad agosto e il Biodigestore BioNet deve ancora essere concluso; qualcuno sostiene che i lavori vadano a rilento. Da quando Net ha iniziato a conferire il materiale secco e quello organico alla Bioman di Maniago nel corso degli anni la tariffa è aumentata a discrezione del monopolista, fino ad arrivare ad un massimale di circa 120 euro/tonnellata trasporto escluso. Quando il Biodigestore di Udine è diventato un progetto concreto e non più reversibile, quindi da due anni a questa parte, la Bioman, non potendolo acquistare, ha operato un'aggressiva politica di ribasso dei prezzi arrivando nel gennaio 2023 ad una tariffa di 50 euro a tonnellata per la Net di Udine (a differenza di altre tariffe molto più alte per altri Comuni). Attualmente la questione che angustia i vertici della NET non è solo recuperare il materiale da conferire in questo impianto ma la stessa tariffa che per 25 anni è stata fissata a 75 euro. Bioman chiede attualmente 50 euro a tonnellata, meno di quello che andrebbe a chiedere BioNet.
Il nuovo grande Impianto di Digestione Anaerobica di NET Spa, in via Gonars, permetterebbe di chiudere in maniera ottimale il ciclo dei rifiuti organici con la produzione di biometano. Questo gas verrebbe utilizzato per alimentare i veicoli che effettuano per NET la raccolta dei rifiuti, un'altra parte invece sarebbe utilizzata per la produzione di energia elettrica. Esso "mangerà" 35.000 tonnellate di frazione organica, 19.000 di frazione organica putrescibile e 12.500 tonnellate di rifiuto verde all'anno. Al Pd non è piaciuto molto che ad affiancare la presidente di Net Spa, Luisa De Marco, negli incontri con BioNet ci fosse stato anche il consigliere comunale Alessandro Colautti, al posto dell'assessore competente Eleonora Meloni, che si è sperticato nelle lodi dell'impianto di via Gonars quale elemento di emancipazione dal giogo monopolista del colosso di Maniago guidato dal compagno Enzo Gasparutti. Il Presidente della Net, Luisa De Marco, resterà in carica ancora un anno, salvo che il sindaco De Toni non le chieda le dimissioni anticipate o la ventilata incompatibilità con il marito sindaco di Tavagnacco, Giovanni Cucci, non imponga un'accellerazione. Ad aver contribuito a rovinare il clima amichevole all'interno della NET anche la denuncia da parte di un'operatore di aver visto girare per tutta la durata delle regionali, materiale elettorale del vice presidente Giandavide D'Andreis (candidato per Fdi) all'interno degli uffici amministrativi.