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NON ABBIAMO L'ANELLO AL NASO: VANNO PROCESSATI I POLITICI NON I CITTADINI

Era il 2008 quando tre noti personaggi udinesi furono indagati per l'ipotesi di favoreggiamento della prostituzione essendosi adoperati per procurare notti calde a un esponente politico nazionale di Forza Italia. Dopo diversi incontri politici a Udine – tutti precedenti all'Election day di aprile – il politico aveva assicurata, dopo le cena, la compagnia di prostitute e viagra. Sudamericane e dell'Est, anche tre per notte. Secondo l'ipotesi investigativa, un facoltoso imprenditore friulano, finanziava gli incontri, un avvocato udinese della Udine bene procacciava su internet le prostitute anticipandone il pagamento e un noto albergatore ospitava gli incontri nel suo hotel alle porte di Udine. Quindi l'imprenditore rimborsava l'avvocato, che fra l'altro era uno dei suoi consulenti legali. Nulla venne contestato al politico nazionale, che come semplice cliente della lucciola non fu mai coinvolto nel procedimento penale anche grazie al patteggiamento dei tre friulani che evitarono il proseguio di qualunque altra indagine. A far scoprire le notti calde fu una intercettazione telefonica di sponda nella quale l'avvocato parlava tranquillamente di quegli incontri. Preoccupati per il possibile scandalo nazionale che avrebbe travolto il potente politico ed il suo partito alla vigilia delle elezioni nazionali e regionali, tutti i poteri forti si mossero sui maggiori gruppi editoriali per non far trapelare la notizia, ma un giornalista della stampa locale non accettò il bavaglio imposto dal suo direttore e passò la notizia ad un blog nato un paio di anni prima e libero da ogni condizionamento: Il Perbernista. Da quel 2008 grazie ad una rete di blogger, avvocati, giornalisti e dipendenti pubblici in pensione, Il Perbenista denunciò molti scandali che coinvolsero e tutt'ora coinvolgono molti politici regionali. Diverse di queste inchieste sono state riprese successivamente dalla stampa locale, dal Fatto Quotidiano o dalla Verità. L'attuale Procuratore Capo di Trieste, Antonio De Nicolo, intervistato dal Perbenista disse di guardare con favore alle attività investigative giornalistiche serie pur conscio del rischio di molti blogger di finire querelati per diffamazione dal politico preso di mira. Male non fare e paura non avere. Per questa ragione, grazie al costante aiuto dell'avvocato Andrea Castiglione e di altri amici delle forze dell'ordine abbiamo sempre seguito a schiena dritta la nostra strada e persino aiutato quegli inquirenti che ci chiedevano di pubblicare documentazioni per evitare che i fascicoli finissero sepolti in qualche cassetto delle procure. Ad oggi sono numerosi i casi che attendono ancora di sfociare in formali avvisi di garanzia, come sono molteplici le cause per diffamazione a cui siamo stati sottoposti per fatti che in realtà sono avvenuti e in totale illegalità. Intanto non possiamo che sorridere ascoltando i proclami e le invettive di sindaci, assessori regionali, senatori e commensali vari, contro i comitati no-greenpass, additati come i principali delinquenti internazionali. Migliaia di persone, specialmente anziane nelle case di riposo, durante le prime due ondate di Covid, sono morte a causa di inosservanze, leggerezze, mancanza di protocolli sanitari, carenza di strutture, false mascherine e intasamenti di rianimazioni: questi morti attendono ancora le autopsie annunciate e i nomi e i cognomi dei colpevoli. Una cosa è certa e sarà sicura fino al terzo grado: non abbiamo l'anello al naso.


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